First!

Ovvero: caro giornalista che scrivi di aeroplani.

Caro lettore, cara lettrice.

Ancora non mi capacito di come tu possa essere capitato in questo piccolo raccoglitore di scritti più o meno tecnici sul mondo del volo. Ma in ogni caso, benvenuto.

Spero che tu abbia trovato quello che cercavi; in caso contrario sentiti libero di chiedermi di trattare questo o quell’argomento. Se sei particolarmente fortunato e conosco qualcosa di quello che chiedi, potresti addirittura vedere un articolo nuovo entro breve.

Ma sono più le cose che non conosco di quelle che conosco, diceva qualcuno. Per questo ti prego, caro lettore: se hai trovato qualche incongruenza fammelo sapere. In cambio potrei offrirti una birra, una chiacchierata o un giretto in aereo (gratis!).

Che tu sia aquila, pinguino o lucertola, questi scritti si rivolgono a te. Cercherò di aumentare la complessità di ogni articolo in modo graduale. Quando ti perdi, sei liberissimo di abbandonare la lettura, anche diciamo dopo i primi due paragrafi. Non c’è problema, davvero. Come dici? Hai già abbandonato? Bravo!

Se sei un pilota, sai già tutto (spero!).

Se sei un allievo, non pensare di studiare qui sopra! Ti consiglio però di usare queste pagine per anticipare qualche argomento di teoria prima di affrontarlo, e magari farti bello con gli amici intervenendo in aula.

Se sei un giornalista, più lucertola che volatile, amico, mi dispiace. Qui comincia l’invettiva, attento lettore; ti consiglio di abbandonare qui se non sei più di tanto interessato.

Mi dispiace, caro giornalista, per la fretta con cui i tuoi colleghi scrivono articoli di aviazione, in cui un bimotore da 18 posti diventa improvvisamente un ultraleggero, e ogni compagnia low-cost mette per aria delle carrette.

Non è così, dannazione.

Noi non pretendiamo che chi scrive di un certo argomento sia il massimo esperto di settore: accettiamo volentieri che gli esperti di calcio ci parlino anche se hanno toccato l’ultimo pallone a 12 anni all’oratorio. Ma pretendiamo allo stesso tempo che conoscano bene le regole.

Se sei un giornalista, ti prego: leggi, documentati e utilizza liberamente il materiale contenuto in queste pagine. Citami, se puoi; se non puoi, mandami una mail e sarò felice lo stesso. Se non riesci nemmeno a mandarmi una mail, amico mio, sei un cafone, ma non ti verrò a chiedere nulla. Ci si rimette in pari, prima o poi.

Qui sotto ti lascio un elenco di esempi di cose che non devi scrivere, o amico giornalista. E ti saluto con un abbraccio, perché - ti assicuro - una volta che stacchi i piedi da terra, che tu lo faccia per passione o per lavoro, ti viene una gran voglia di abbracciare tutti.

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