La settimana che si atterrò male

Pic: Don McCullough

Apriamo la serie delle notizie di thingsthatfly.it con una settimana curiosamente costellata di aerei fuori pista: un’ottima dimostrazione della solidità strutturale degli aerei moderni e non.

Martedì un Airbus A320 Asiana è uscito di pista dopo essere atterrato corto, aver colpito le antenne dell’ILS e aver percorso 1500m prima di fermarsi. Ci sono stati alcuni feriti. Sembra che al momento dell’atterraggio la visibilità fosse più bassa rispetto alla minima permessa dalla categoria strumentale della pista.

Nel frattempo, al Polo Nord, un Antonov AN74 è atterrato in modo pesante causando gravi danni al carrello principale. Illesi gli occupanti, bussola in stato confusionale. Ha, ha, ha. Scusate.

Lunedì in India un Boeing B737-800 dopo l’atterraggio ha subito il cedimento di uno dei carrelli principali. Oltre ai danni alla macchina, solo qualche spavento.


È primavera e siamo tutti un po’ distratti: un addetto al carico dei bagagli è rimasto chiuso nella stiva di un volo Alaska Airlines. Il pilota ha sentito dei colpi dall’interno della stiva ed è rientrato immediatamente. Nessuna conseguenza per il malcapitato, che (pare) si fosse addormentato: la stiva, fortunatamente, era pressurizzata.


Intanto è passato quasi un mese dall’incidente tragico del volo Germanwings. Dopo le notizie diffuse inizialmente dai media in modo irresponsabile sul copilota (prima pazzo, poi cieco, poi pazzo e cieco), il silenzio di questi giorni dimostra una cosa: le inchieste hanno bisogno di tempo, e le dichiarazioni affrettate danneggiano le famiglie e la compagnia in modo potenzialmente irreparabile.

Un buon fine settimana a tutti i lettori di thingsthatfly.it!

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